La lotta dei Chieresi per rendersi autonomi dal potere del vescovo di Torino e dei suoi alleati – l’impero e i conti di Biandrate – si sviluppò nel XII secolo.
Federico I Barbarossa, d’intesa con il vescovo Carlo, nel 1155 mosse l’esercito contro la città, distrusse le torri – che non erano poche – e tutto diede alle fiamme. Guido di Biandrate fu investito del feudo di Chieri.
A quell’epoca la città, definita dai suoi abitanti “villa murata”, aveva un apparato difensivo e presentava già una fisionomia tendenzialmente urbana. Il tracciato delle mura delimitava un’area abbastanza estesa. Una più ampia cerchia sarà costruita alla fine del Duecento quando la città, ripartita nei quartieri Vairo, Albussano, Gialdo e Arene, supererà i 10.000 abitanti.