Sul finire del Duecento dai villaggi e dalla campagna si riversarono in città i signori locali, molti artigiani e commercianti. La nuova borghesia, riunitasi nella Società di San Giorgio, sfidò l’antica aristocrazia militare della Società di San Guglielmo la quale fino ad allora aveva mantenuto il potere grazie a ben strutturati consortili di famiglie.
Si aprì un lungo periodo di scontri violenti tra gruppi rivali per prendere il governo cittadino.
Nel 1338 la vecchia nobiltà venne cacciata e Chieri fu sottoposta per un decennio alla signoria di re Roberto d’Angiò.
Nel 1347, dopo la sconfitta angioina in Piemonte, i Savoia e gli Acaia ottennero la dedizione del Comune. La città mantenne, tuttavia, una forte autonomia amministrativa e il diritto di poter continuare a legiferare per conto proprio.