In Italia è stato creato il concetto stesso di paesaggio, fusione armonica tra natura e cultura. Anche il chierese possiede un grande capitale di bellezza e di biodiversità naturale, in parte eroso e alterato. Ricco di iconemi identitari è aperto a forme di “turismo lento” e intelligente.
L’area è compresa lungo la via Francigena tra la metropoli e i versanti meridionali della Collina torinese e guarda verso l’alto Astigiano e il Monferrato, il Pianalto di Poirino e oltre (Roero e Langhe). È un territorio in cerca d’autore. L’idea ormai affermata è quella di “paesaggio integrale”, con infiniti attori, in cui noi siamo di volta in volta soggetto conoscitore e oggetto conosciuto con il nostro intorno (visto, fotografato, percepito ecc.). Il paesaggio vive di relazioni: il Lago di Arignano con le colline vitate, i boschi residui, le siepi campestri; le chiese romaniche, i castelli e i borghi d’altura; la Chiocciola e l’icona del centro storico di Chieri con il meraviglioso volo dei rondoni; il paesaggio sonoro delle campane come la campana quattrocentesca di San Giorgio.